LETISMART – Sistema informativo urbano per disabili visivi

Premessa:

Fin dai primi anni ottanta sono state sviluppate tecnologie di lettura dello schermo e sintesi vocali che permettessero alle persone prive della vista di poter utilizzare il personal computer. Si trattava per lo più di soluzioni appositamente studiate e che si andavano a sovrapporre ai sistemi operativi tradizionali, privi allora di funzioni specifiche per la disabilità visiva. Anche per quanto riguarda i ciechi parziali, vennero messe a punto interfacce in grado di gestire l’ingrandimento dei caratteri e i colori degli stessi e dello sfondo. Con l’applicazione delle interfacce grafiche e con l’uso del mouse, queste applicazioni vennero ulteriormente riviste, proprio in funzione del fatto che un non vedente non è ovviamente in grado di utilizzare un mouse, per questo vennero implementate una serie di abbreviazioni da tastiera e combinazione di tasti che permisero a non vedenti ed ipovedenti di allinearsi all’utilizzo autonomo della maggior parte dei programmi e che aprirono importanti opportunità a queste persone nel campo del lavoro, dello studio e della comunicazione.
L’avvento di Internet, le pagine web sempre più accattivanti e grafiche e la multimedialità, furono un’ altra sfida da superare e per questo vennero studiate una serie di regole che permettessero agli sviluppatori di rendere i siti Internet accessibili e navigabili e, anche se c’è ancora tanto lavoro da fare per sensibilizzare tutti, possiamo dire di aver raggiunto un buon livello di autonomia che oggi più che mai rappresenta una finestra sul mondo offrendo una grande indipendenza al non vedente anche nelle cose più private come ad esempio la gestione dell’home banking o di dati sanitari ecc.
Possiamo quindi affermare che l’autonomia alla propria scrivania, per il non vedente o l’ipovedente grave, è stata raggiunta quasi totalmente e che i vantaggi della rete sono parificati alle persone normodotate.
Parallelamente a quanto detto sopra, anche i dispositivi mobili, in particolare smartphone e tablet, considerati inizialmente impossibili da utilizzare da un non vedente per la mancanza di riferimenti tattili, sono oggi dotati, nativamente nel sistema operativo, di una modalità gestuale con sintesi vocale annessa, un’interfaccia davvero geniale che sta dando un buon livello di autonomia ai non vedenti, nell’utilizzo della quasi totalità delle normali app, alla pari degli altri. Anche le persone cieche parziali o ipovedenti possono fruire di questi dispositivi, oggi dotati di display di ampie dimensioni ed alta qualità che permettono di configurare caratteri molto grandi ed elevato contrasto. Possiamo dire quindi che questa sfida è stata superata con un buon successo e che in movimento la tecnologia e il collegamento alla rete sono garantiti anche per queste categorie di persone.

Negli ultimi 20 anni la moderna urbanizzazione ha fatto sorgere attorno a noi una rete di informazioni che spesso diamo per scontate, ma che sono indispensabili per guidarci nella complessa organizzazione dei nostri movimenti, migliorando la nostra autonomia e sicurezza. Questa rete di informazioni che la città ci offre si sta sempre più perfezionando e si identifica col concetto di “smart city”, un principio che mette assieme tutte le informazioni che possono aiutarci negli spostamenti nel contesto urbano, migliorando i servizi e la nostra sicurezza.
Grazie alla tecnologia “digital signage” abbiamo attorno a noi display di tutte le misure, spesso tattili, che ci aiutano a gestire le code alla posta, a sapere quando passa il bus o se una linea è soppressa, a identificare un negozio nel centro commerciale, ad avere informazioni sul traffico ecc.
Peccato però che questo tipo di rete non è quasi mai accessibile ai non vedenti, proprio a quelle persone che ne avrebbero un grande bisogno per potersi muovere in autonomia, e spesso anche i ciechi parziali o gli ipovedenti non riescono a leggere il tabellone degli orari in stazione o alla fermata del bus per non parlare degli eliminacode.
Abbiamo una tecnologia avanzatissima che rende le città europee “smart” eppure i ciechi sono ancora col bastone bianco di 100 anni fa.

L’obiettivo

L’obiettivo per un non vedente o per una persona con grave disabilità visiva è quello di migliorare il più possibile la propria autonomia e si è provato a farlo con tutti i mezzi già a disposizione, spesso sulla scia di soluzioni sviluppate per scopi commerciali diversi; ad esempio un certo aiuto lo si ha sfruttando la localizzazione che abbiamo insita nei nostri smartphone per avere le indicazioni su dove ci troviamo o dove vogliamo andare perché questa tecnologia è stata inserita a vantaggio dell’automobilista, ma attenzione, il cieco non cammina al centro della carreggiata come l’autovettura, allora la convergenza coi satelliti spesso non avviene correttamente e l’informazione non è precisa, specialmente in zone urbane con vie strette e edifici alti. Inoltre la rete satellitare permette oggi una precisione approssimata a qualche metro e questo, se per un automobilista non fa differenza, per un cieco può essere un grave rischio.
Anche per l’utilizzo dei mezzi pubblici, fondamentali per il non vedente, avere informazioni alla fermata o salire sul mezzo giusto, rappresenta un problema quasi insormontabile se non ci si affida alla cortesia di qualcuno. Certo, anche in questo caso ci sono delle app sul nostro smartphone che possono dirci approssimativamente quanti minuti mancano al passaggio di quella linea, ma non si ha nessuna certezza del dato rispetto agli infostop elettronici posti alla fermata che sono collegati al gps del mezzo stesso, quindi anche questa soluzione diventa quasi inutile.
Se poi parliamo dei semplici semafori, possiamo ritenerli il primo lontano esempio di “smart city” ma anche in questo caso è stato fatto poco per i non vedenti, infatti nella maggior parte dei centri urbani sono stati resi sonori alcuni semafori ma per attivare il segnale acustico occorre premere un pulsante. Di conseguenza il non vedente che si muove in autonomia deve arrivare presso l’attraversamento pedonale, cercare il palo, trovare il pulsante di attivazione e solo allora fruire del servizio di segnalazione. Spesso questa operazione non è semplice e diventa addirittura impossibile se nei pressi del palo ci sono degli ostacoli, come un parcheggiatore selvaggio, o quando banalmente il pulsante non funziona. E allora anche il più antico servizio della nostra “smart city” diventa inutilizzabile.

Anche nel commercio abbiamo centinaia di display luminosi che ci riportano continuamente informazioni e se entriamo in un centro commerciale siamo disorientati da questa mole di notizie e spesso dal rumore e stentiamo a volte a ricordarci dove si trova l’esercizio commerciale di nostro interesse. Una delle cose che un non vedente avrebbe piacere di fare, lo si evince da sondaggi effettuati, è quello di poter recarsi in un centro commerciale a fare acquisti o a prendere un caffè in autonomia e, se normalmente si ha una sensazione di disorientamento, per una persona non vedente risulta una cosa impossibile.

Ci sono quelli che i centri commerciali li detestano e preferirebbero visitare un museo, magari con l’audioguida, ma sono poche oggi le strutture museali che danno la possibilità ai non vedenti di fare questo tipo di esperienza.

Traendo le conclusioni di quanto sinora detto, possiamo dire che le persone prive della vista o con deficit visivo grave raggiungono una buona autonomia sulla rete informatica, un’ autonomia scarsa sulla rete satellitare e un’ autonomia pressoché nulla su una rete urbana o sulle modernissime “smart city” che per l’autonomia e la sicurezza personale, sarebbe sicuramente la rete più importante.

L’idea

Non essendoci, nè a livello italiano, nè a livello europeo, una tecnologia che permetta di integrare le persone con disabilità visiva in una rete urbana, denominata “smart city”, ci si pone l’obiettivo di creare un sistema, composto da elementi che, combinati tra loro, permettano di creare una vera e propria rete di informazioni, atta a colmare quel gap che oggi non permette al disabile visivo di fruire delle indicazioni messe a disposizione dall’ambiente urbano.

Il sistema LetiSmart

Il sistema LetiSmart è composto da una rete di radiofari che trasmette il maggior numero possibile di quelle informazioni che il cieco non è in grado di ricevere e che gli vengono messe a disposizione nel modo più semplice e immediato, senza l’ausilio di ulteriori apparecchiature ausiliarie o con dispositivi da tenere in mano, senza conoscenze tecniche né informatiche, garantendo la maggior sicurezza possibile e la continuità del servizio. La soluzione ricevente si integra nell’oggetto più comune per il non vedente: il bastone bianco, nel quale, grazie alla microelettronica, è possibile integrare una serie di dispositivi elettronici che, oltre ad aumentare la sicurezza e la visibilità del cieco che cammina in autonomia, ricevono le informazioni dai radiofari posti in prossimità del bastone e le riproducono in formato audio attraverso un piccolo altoparlante montato sul bastone stesso. Per il cieco che si muove col cane guida e quindi normalmente non usa il bastone e per gli ipovedenti, è previsto un dispositivo LetiSmart indossabile che ha le stesse caratteristiche elettroniche del bastone LetiSmart.

La rete urbana LetiSmart

Se si pensa ad un sistema informativo urbano che permetta ad una persona non vedente di superare determinate difficoltà rimanendo il più possibile informato nel suo percorso, la rete di informazioni deve avere una altissima affidabilità e non creare situazioni di interruzione di servizio. Per questo il sistema LetiSmart non è legato a nessuna rete dati, o Internet, e solo parzialmente alimentato dalla rete elettrica, questo significa che, solo un blackout elettrico potrebbe interrompere, e solo parzialmente, l’invio delle informazioni al non vedente. Un livello di sicurezza che, pensando ai classici dispositivi mobili, con la rete Internet o con la copertura satellitare, non è assolutamente garantito, o per mancanza di copertura del gestore, o in luoghi chiusi come i sottopassi, o magari perché si esaurisce all’improvviso il traffico dati sul proprio abbonamento.

La rete LetiSmart viene realizzata attraverso dei radiofari di piccole dimensioni che sono stati sviluppati da esperti radio nel campo militare ed hanno la peculiarità, difficilissima da ottenere con le onde radio, di poter controllare l’angolazione del segnale e la copertura, per evitare sovrapposizioni; inoltre il sistema lavora su frequenze di trasmissione consentite per uso civile e con piccoli pacchetti di informazioni testuali, quindi non è richiesta alcuna omologazione, rientrando perfettamente negli standard di trasmissione.
Nel progetto LetiSmart è stato volutamente scartato l’utilizzo delle tecnologie wireless più conosciute ed attuali come il wifi o il bluetooth, questo per evitare la rapida obsolescenza del sistema e per non dover fare una costante manutenzione dei sistemi trasmittenti e riceventi. Inoltre si è data particolare attenzione ai consumi elettrici dei sistemi riceventi che sarebbero maggiori con le tecnologie appena citate.

Il radiofaro LetiSmart, come detto in precedenza, può trasmettere un’informazione permanente, come ad esempio il nome di una via, di una scuola, di un esercizio commerciale, in questo caso il radiofaro viene programmato con detta informazione, come se il non vedente leggesse la tabella in marmo della via o l’insegna di un negozio, tutti i radiofari sono comunque dotati di una normalissima interfaccia USB che ne permette l’aggiornamento dei contenuti in qualunque momento.

Vi sono poi i radiofari che inviano informazioni dinamiche che vengono prelevate da altre fonti, come nel caso dei radiofari montati sui mezzi pubblici, che forniscono al non vedente il numero della linea e la direzione del bus e prelevano queste informazioni dalla tabella elettronica luminosa posta sopra il parabrezza, quelle informazioni che le persone più fortunate leggono e che il cieco riceve dal sistema LetiSmart.

Per rendere il sistema il più completo ed utile possibile, sono stati progettati i radiofari semaforici che vengono inseriti in parallelo al pulsante che attiva la segnalazione acustica al semaforo in modo da mantenere ovviamente l’attivazione manuale per tutti coloro che non utilizzano un dispositivo LetiSmart, chi invece si muove con un bastone o un dispositivo indossabile LetiSmart, ci pensa il radiofaro a sentire la vicinanza della persona al semaforo e ad attivare automaticamente la segnalazione acustica, senza che il non vedente debba cercare il palo e il relativo pulsante.

I radiofari LetiSmart sono a tenuta ermetica e resistono ad acqua ed intemperie. Laddove non ci fosse la possibilità di alimentare il radiofaro o la cosa comportasse un impegno economico importante, si può installare il radiofaro autoalimentato. Questo viene alimentato attraverso piccoli pannelli solari e un sistema elettronico di gestione, garantisce un’ autonomia fino a 10 anni senza alcun intervento di sostituzione delle batterie. Ciò risulta ideale in tutte quelle situazioni di segnalazioni provvisorie di pericolo come la presenza di un cantiere, normalmente segnalata da una luce lampeggiante.

Nella progettazione del sistema LetiSmart, si è posta particolare attenzione ai costi e questo per permettere la realizzazione di infrastrutture urbane col maggior numero possibile di radiofari, a questo si aggiunge la semplicità di installazione, dove è richiesta, ma non obbligatoria, solo una fonte di energia elettrica. Per quanto concerne i costi di manutenzione e l’affidabilità nel lungo periodo, la manutenzione risulta quasi del tutto assente.

I dispositivi di ricezione

Muoversi in autonomia è uno dei traguardi più importanti per una persona con disabilità visiva e per farlo deve poter orientarsi utilizzando al massimo gli altri sensi e gli strumenti più idonei, su questo principio si basa il progetto del bastone bianco LetiSmart. Partiamo proprio dal classico bastone bianco che il cieco utilizza normalmente e, grazie alla microelettronica, che ci mette a disposizione componenti della grandezza di un granello di zucchero, implementiamo tutta l’elettronica necessaria mantenendo le caratteristiche fisiche e l’ergonomia originale del bastone tradizionale, al contrario di quello che si è visto fino ad oggi dove per inserire circuiti elettronici e batterie, si è sempre ricorsi a modifiche, spesso sostanziali, delle dimensioni o della forma del bastone stesso. Partendo da questo principio sono stati integrate nel bastone le seguenti funzionalità.
L’illuminazione del segmento terminale del bastone con un sistema led ad alta efficenza che permetta al non vedente di essere visto mentre cammina, mentre attraversa la strada, mentre si trova in zone affollate. Questa soluzione, mai adottata prima, offre un’efficacia di gran lunga maggiore rispetto alla superficie catarifrangente dei bastoni in commercio dove, se non colpita direttamente dai fari delle autovetture, non ha nessuna valenza. Col bastone LetiSmart la persona viene vista sempre, anche mentre cammina sul marciapiede o si trova in un mezzo pubblico. La funzione è automatica, la sezione terminale(vicina alla punta) si illumina automaticamente in situazioni di scarsa illuminazione e si spegne alla luce del giorno, basterà ripiegare il bastone per inibire questa funzione.

Un sensore di prossimità posto vicino al manico informa il non vedente, grazie a delle vibrazioni a diversa frequenza, della presenza di un ostacolo, evitando all’utilizzatore di andare a sbattere contro qualcosa posto frontalmente a lui.

Nel manico del bastone è integrato il sistema di ricezione LetiSmart che resta sempre in ascolto e ogni qualvolta si trova vicino ad un radiofaro ne identifica l’informazione e la riproduce attraverso un altoparlantino ad alta efficenza posto sul bastone stesso. Se la riproduzione del messaggio vocale non viene udita correttamente causa forte rumore ambientale o altro, l’utilizzatore riceverà una breve vibrazione che gli segnalerà la presenza di un messaggio vocale (notifica) e potrà riascoltarlo in qualunque momento premendo semplicemente un pulsante di ripetizione presente sul manico.
Muoversi per un non vedente in una smartcity e poterne cogliere le opportunità vuol dire poter ricevere svariati tipi di informazioni da radiofari che hanno peculiarità diverse e per questo il dispositivo di ricezione del sistema LetiSmart prevede di poter selezionare il tipo di informazione di cui si necessita principalmente come ad esempio quando ci si muove coi mezzi pubblici, ed ecco che il bastone, o dispositivo di ricezione, si concentrerà a selezionare le informazioni dai radiofari montati sui mezzi, viceversa se ci si trova in un centro commerciale, in un museo, in un edificio pubblico, si potrà selezionare l’attenzione sui radiofari posti all’interno del contesto in cui ci troviamo.
Totalmente automatica invece l’identificazione e l’attivazione dei semafori sonori posti in prossimità dell’utilizzatore.

Il bastone è dotato di un altoparlante interno ad alta efficenza per permettere all’utente di utilizzare l’udito al meglio, tuttavia è presente un connettore jack per collegare qualsiasi tipo di cuffiette e ricevere le informazioni in riservatezza inibendo automaticamente l’altoparlante.

Il bastone LetiSmart è dotato, per la parte radio, di batterie ricaricabili e di un comodo sistema ad induzione, molto pratico perché basta appoggiare il bastone sul suo supporto di ricarica senza dover collegare alcun cavetto per la ricarica.

Oltre alle persone non vedenti che si muovono col bastone, ci sono altri che si muovono accompagnati dal cane guida e infine ci sono i ciechi parziali che hanno un residuo visivo che gli permette di muoversi in autonomia ma che spesso non gli permette di leggere le diverse indicazioni di una città smart e tanto meno il numero del bus che è alla fermata. Per consentire anche a queste persone di fruire a pieno del sistema Letismart, è stato realizzato un dispositivo indossabile che mantiene le stesse caratteristiche elettroniche del bastone precedentemente descritto e un segnalatore luminoso che comunque migliora l’identificazione, anche questo con un funzionamento analogo alla parte luminosa presente nella versione bastone.

Sistema LetiSmart a Trieste

Il centro della città di Trieste, non avendo strade particolarmente critiche ed essendo concentrato in uno spazio urbano ristretto, è stato scelto come primo sito per la realizzazione di un sistema LetiSmart, atto a migliorare la sicurezza e l’autonomia delle persone con gravi disabilità visive o prive della vista. La prima città che sarà trasformata da SmartCity a SmartCity per disabili visivi.
Per prima cosa è stata presa in considerazione una zona centrale che vada dalla stazione ferroviaria, al lungomare adiacente la famosa piazza dell’Unita d’Italia, includendo la sede dell’Unione Italiana dei Ciechi ed Ipovedenti, posta nella centralissima via Cesare Battisti e che da 90 anni rappresenta il punto di riferimento e di aggregazione dei ciechi e degli ipovedenti triestini, fino ad arrivare al quartiere Universitario che sarà coperto dai radiofari LetiSmart per permettere agli studenti non vedenti di muoversi all’interno del campus.
Una volta circoscritta la zona prescelta, sono stati individuati i principali incroci e i punti di orientamento sulla base di una accurata scelta fatta assieme alle persone prive della vista che normalmente cercano di orientarsi e di percorrere la zona interessata, analizzando tutte le criticità e prevedendo il posizionamento dei radiofari in corrispondenza dei punti individuati offrendo una serie di indicazioni che possano servire al non vedente per essere guidato dalle indicazioni rilevate e riprodotte dal bastone o dispositivo LetiSmart in corrispondenza dei radiofari.
All’interno della zona interessata dal progetto, sono stati individuati i semafori parlanti presenti ed è stato previsto un intervento di installazione su di essi di appositi radiofari che ne attivano automaticamente la segnalazione acustica quando viene riconosciuto nelle immediate vicinanze un bastone o dispositivo LetiSmart.
Sono stati poi presi in considerazione i servizi di trasporto pubblico urbano, in particolare le linee che attraversano la zona centrale della città per far sì che sugli autobus vengano installati i radiofari che permettono al non vedente di sapere il numero e la direzione del mezzo, in questo caso però, l’azienda che gestisce il trasporto pubblico locale ha precisato che i mezzi ruotano sui diversi percorsi e quindi si è deciso di installare i radiofari LetiSmart su tutto il parco di automezzi.
In una seconda fase saranno installati presso gli esercizi commerciali e in alcuni musei.

Gli attori del progetto

La corretta pianificazione e un buon numero di radiofari, sono gli elementi che sicuramente determinano il successo di questa struttura, maggiore è il numero di radiofari installati, maggiore sarà il numero di informazioni a disposizione delle persone prive della vista e maggiore sarà la loro sicurezza nel potersi spostare in piena autonomia.

L’Unione Italiana dei Ciechi e degli Ipovedenti ha sposato questo progetto a livello nazionale e ha messo a disposizione risorse tecniche ed economiche per la corretta pianificazione del progetto sul territorio, oltre a promuovere il progetto a livello nazionale per far sì che il sistema LetiSmart possa diventare uno standard e permetta in futuro ai non vedenti di potersi spostare in diverse città utilizzando questo standard.

L’Irifor, istituto nazionale per la ricerca, formazione e riabilitazione dei disabili visivi, dopo aver visionato il progetto, ha valutato quest’ultimo di grande interesse mettendo a disposizione le proprie competenze e divenendo partner attivo del progetto e finanziandone la ricerca.

L’ANIOMAP, associazione nazionale istruttori di orientamento e mobilità e autonomia personale, dopo aver valutato il sistema LetiSmart innovativo e di grande utilità per l’autonomia dei disabili visivi, ha sottoscritto un accordo di collaborazione con l’unione Italiana Ciechi ed Ipovedenti per una piena collaborazione nella fase progettuale e per la formazione delle persone che utilizzeranno questi ausili.

L’istituto regionale per ciechi Rittmayer del Friuli Venezia Giulia ha dato il totale appoggio al progetto LetiSmart mettendosi a disposizione per la formazione e assistenza nella fase di avvio del sistema urbano di Trieste.

Il CRAD, consulta regionale delle associazioni dei disabili del Friuli Venezia Giulia, valutato il progetto di grande impatto sociale, si è immediatamente mossa per appoggiare a livello politico lo stesso. Il presidente del CRAD, Vincenzo Zoccano, disabile non vedente ed esperto di sistemi tiflotecnici, ha deciso di collaborare personalmente alla realizzazione del bastone elettronico LetiSmart e fa parte del gruppo tecnico costituito a questo scopo.

Il CRIBA, centro regionale di informazione sulle barriere architettoniche del Friuli Venezia Giulia, ha espresso parere favorevole al progetto LetiSmart.

L’Azienda Insiel Mercato, impegnata da anni nell’informatizzazione di strutture ospedaliere e sanitarie, venuta a conoscenza del sistema LetiSmart e avendone apprezzato i presupposti, ha permesso di far partire il progetto con un finanziamento.

Fin dall’inizio del sistema LetiSmart, i club Lions di Trieste e in particolare il Lions Club Trieste Host, hanno inserito il progetto nelle loro attività, fornendo alla sezione UICI di Trieste un supporto economico per favorirne l’avviamento.

La SCEN, azienda specializzata in progettazione e sviluppo di soluzioni di microelettronica e sempre alla ricerca di nuove soluzioni da promuovere a livello internazionale, ha valutato il sistema LetiSmart una soluzione assolutamente innovativa e ha deciso di investire su questa soluzione configurandola come progetto etico e impegnandosi a finanziare dapprima la progettazione e in una seconda fase la realizzazione dell’hardware necessario (bastone elettronico, dispositivi indossabili e radiofari).

L’Università degli studi di Trieste, dopo aver esaminato il progetto, ha inserito il sistema LetiSmart in un piano globale di revisione e di miglioramento delle infrastrutture atte ad agevolare tutte le disabilità all’interno e in prossimità del campus universitario prevedendo un certo numero di radiofari opportunamente installati all’interno dell’ateneo per guidare gli studenti privi della vista che frequentano i corsi, a questi verrà dato un bastone LetiSmart in comodato gratuito per il periodo di permanenza all’Università previsto dal loro programma di studio.

Il Comune di Trieste ha visto questo progetto come un prestigioso biglietto da visita, anche da un punto di vista turistico, mostrando Trieste come una città a misura di disabile e proponendo l’utilizzo della rete semaforica come piattaforma per l’installazione dei radiofari, totale apertura anche per la sperimentazione dell’ installazione del sistema LetiSmart sui semafori sonori per l’attivazione automatica.

La Trieste Trasporti, azienda di trasporto pubblico locale di Trieste, si è dichiarata fortemente interessata al progetto e, dopo una fase di sperimentazione, installerà sui propri mezzi un radiofaro LetiSmart che sarà opportunamente collegato al pannello elettronico frontale per trasmettere al bastone le stesse informazioni che normalmente vengono lette, ossia il numero e la direzione della corsa.

I civici musei di Trieste stanno esaminando l’ipotesi di installare i radiofari LetiSmart nei musei laddove sono presenti le audioguide, in prossimità delle indicazioni numeriche che vengono normalmente lette e digitate sull’audioguida per ascoltare i contenuti, in questo modo il cieco riceve il numero vocalmente dal proprio bastone quando questo si trova in prossimità dell’opera e lo digita sull’audioguida in modo del tutto autonomo e alla pari degli altri visitatori.

Il sistema LetiSmart è un modo per comunicare informazioni alle persone con disabilità visiva in qualsiasi contesto urbano e per questo è aperto ad ogni altro ampliamento o implementazione. E’ in studio una campagna etico-commerciale per fornire le attività commerciali di un radiofaro che informi il non vedente del nome del negozio, proprio come qualsiasi persona ne leggerebbe l’insegna luminosa.

Potremmo andare avanti con tanti altri esempi ma la cosa importante sarebbe che in una società moderna, ricca di informazioni che ci circondano nei nostri percorsi cittadini, anche le persone con disabilità visiva potessero essere parificate o avvicinate a noi e LetiSmart è nato per questo.